Sujl proprio profilo Facebook il Montecatini spiega le ragioni del no alla ripartenza.
L’attuale situazione economico-sanitaria ci ha imposto riflessioni da “Buon padre di famiglia” indicandoci nell’interrompere la stagione a questo punto la decisione più giusta verso giocatori, staff e tifosi.
“Stiamo vivendo un momento difficile in generale ed in particolare per lo sport e per tutto il nostro movimento. Ormai da un anno, ci troviamo in una situazione straordinaria che impone logiche di ragionamento diverse dal solito e soprattutto orientate ad una vista più ampia e non condizionate da interessi di parte. Non possiamo scegliere sulla base della passione e del cuore. Serve razionalità e logica. Adesso come non mai. Facciamo un po’ di ordine e proviamo ad illustrare le motivazioni che ci hanno spinto a decidere di non riprendere le attività e concludere definitivamente la stagione 2020-21. Le comunicazioni che si sono susseguite in queste ultime settimane da parte dei massimi organi del nostro movimento calcistico, ci avevano indotto a pensare ad una possibile ripartenza. Tuttavia, gli ultimi passaggi e le informazioni ricevute ci hanno spinto a prendere una decisione molto sofferta ma, a nostro avviso, assolutamente logica e di buon senso. I temi sono tanti e molto complessi, ma delineano un quadro inequivocabile che purtroppo non lascia spazio a scelte diverse rispetto a quanto abbiamo deciso di fare. Innanzi tutto, la tematica sanitaria. Per quanto ci riguarda, la salute e la sicurezza dei nostri atleti e dei nostri tecnici e dirigenti, sono al primo posto. La tutela del loro stato fisico è stato il primo fattore che ha guidato la nostra decisione. Non possiamo pensare ad una ripartenza in una situazione in cui non abbiamo alcuna certezza sui protocolli che verranno adottati, sulla gestione dei tamponi e sulle conseguenze che si verrebbero a creare in caso di persone positive all’interno del gruppo squadra. A questi aspetti si aggiunge la incertezza circa la gestione delle trasferte in termini di transito in zone con livelli di chiusura differenziati, di utilizzo dei mezzi per le trasferte e della possibilità o meno di fruire di ristoranti per i pranzi pre-gara. Non ci sono al momento informazioni su come questi aspetti verranno gestiti e, più in generale, riteniamo che sia praticamente impossibile per una società dilettantistica garantire la massima sicurezza dei ragazzi coinvolti nelle varie fasi dell’attività agonistica, dagli allenamenti alle partite, in un contesto di questo tipo. Alla salute ed alla sicurezza non si può derogare. Su questo non ci possono essere dubbi e non si possono prendere decisioni a cuor leggero. Anche per rispetto di chi in questi mesi ha sofferto e subito perdite. A quanto sopra si unisce la componente economica. Anche su questo punto purtroppo non ci sono state date informazioni certe. Non sappiamo se ci saranno ristori per i tamponi e a quanto eventualmente gli stessi potranno ammontare. Non sappiamo il costo dei tamponi e se verrà o meno attivata una convenzione che consenta di avere un prezzo calmierato visto il numero elevatissimo di tamponi che dovranno essere fatti. Inoltre, la situazione economica di contesto ed i vincoli imposti per la sicurezza generale (chiusura degli stadi e partite a porte chiuse), di fatto azzerano le possibili entrate per una società che opera in ambito dilettantistico. In relazione al tema dell’accesso del pubblico agli stadi, a nostro avviso, risulta assolutamente illogico e privo di senso pensare di svolgere l’attività agonistica senza dare la possibilità ai tifosi di assistere alle partite, comunque in totale sicurezza e tenuto conto della dimensione degli impianti. Giocare un campionato dilettantistico senza dare la possibilità di vedere le partite, di fatto riduce la competizione a poco più di un allenamento per gli addetti ai lavori. In sostanza, tantissimi dubbi e rischi con l’unica certezza che, in caso di mancata partecipazione al torneo per questi tre mesi, manterremo comunque la categoria per la prossima stagione. Considerando tutto, abbiamo quindi deciso, seppure a malincuore, ma con una assoluta uniformità di opinioni all’interno del nostro gruppo dirigente, che non era il caso di andare avanti. Pensare di ripartire con gli allenamenti per un mese per poi disputare un mini campionato di 8-9 giornate in una situazione di questo genere, ci è sembrato assolutamente incomprensibile. Rispettiamo naturalmente la scelta delle società che hanno deciso di ripartire, ma noi la pensiamo diversamente. Quello che sta succedendo, con la probabile attivazione di una zona rossa nazionale a partire dal prossimo week end, ci pare che sia assolutamente incompatibile con l’attività sportiva dilettantistica. In questo momento, le priorità sono altre e la nostra attenzione deve andare alla salvaguardia dei nostri ragazzi, dei tecnici e dei dirigenti che avremmo dovuto coinvolgere e che avremmo sottoposto a rischi che sinceramente non ci sentiamo di far correre. Ai nostri tifosi diciamo che siamo profondamente amareggiati ma, a volte, è necessario prendere decisioni difficili ma che rispondono ad interessi superiori e che devono necessariamente prevalere rispetto alle soddisfazioni di parte. Nei prossimi mesi lavoreremo per impostare al meglio la prossima stagione, cercando di adoperarsi come sempre abbiamo fatto per aggregare il maggior numero di forze possibili al fine di rendere la nostra società sempre più forte e poter portare avanti il nostro progetto mantenendo alto il blasone della nostra società e dei gloriosi colori biancocelesti. Nella speranza che questa incredibile situazione finisca al più presto”.