RedazioneCerti amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. In questa canzone di Antonello Venditti si rispecchia tutto l’amore che una persona può dare a ciò che fa, è la storia di Matteo Berretti, ex calciatore professionista, nato a Cecina nel 1985, tornato a giocare nella sua Donoratico, per ragioni lavorative, dopo aver girovagato per tutti i campi dove il calcio oltre alla passione era un lavoro. Una scelta di vita la sua, sì perché avrebbe potuto ancora giocare in altre categorie, togliersi ancora delle soddisfazioni sia a livello personale che economico, ma la voglia di tornare alle sue origini, era tanta e così nella sua Donoratico in Prima Categoria, la squadra allenata da suo fratello, ha ritrovato la voglia e lo spirito che lo contraddistingue, e dove sta contribuendo a suon di gol a far si che per gli amaranto sia l’anno giusto per salire di categoria. Sette reti nelle prime quattro partite di campionato, due triplette, e un gol in Coppa Toscana contro il San Vincenzo, che è valso il passaggio del turno.
Matteo dopo il lavoro si reca al campo, s’infila tuta e scarpette ed è pronto a seguire i propri compagni, allenamenti serali, un calcio diverso da come era abituato, con ragazzi che si allenano dopo aver studiato o lavorato. Puro dilettantismo dove non esistono stipendi ma soltanto rimborsi e qualche cena tra amici, ma per lui cambia poco, l’impegno è quello di sempre, e si vedono i risultati.
Una carriera, la sua da girovago, ben quindici stagioni lontano da casa, Agliana in C2, 4 anni a Potenza tra C2 e C1, Taranto, Cava dei Tirreni, Andria, Fano, Spal, per poi avvicinarsi alla sua Toscana a Poggibonsi, Montemurlo e infine Grosseto per poi tornare come detto nella sua Donoratico. Una scelta concordata con la sua famiglia, quella di rimanere nel suo paese anche se alcune offerte sono state importanti ma si sa arriva un tempo in cui le abitudini e le cose semplici sono più importanti e allora buona fortuna Matteo sei e rimarrai un grande bomber.
Marco Morelli